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Intolleranza al lattosio: cause, sintomi e rimedi

Intolleranza al lattosio: cause, sintomi e rimedi

Per intolleranza al lattosio si intende l’impossibilità di digerire lo zucchero contenuto nel latte. Questa problematica è molto comune: si stima che interessi più del 40% degli italiani, di ogni età. Con il Dott. Marco Guercioni cerchiamo di capire quali possono essere le casuse, quali sono i cibi da evitare (non solo i latticini) e i rimedi possibili che ci mette a disposizione la scienza moderna.

Cos’è e quali sono le cause

L’Intolleranza al lattosio solitamente è una manifestazione che si realizza o durante l’accrescimento oppure si manifesta a livello congenito (primaria) e solitamente si tende a perdere la capacità di digerire il lattosio (disaccaride) nei due prodotti (monosaccaridi) : glucosio e galattosio.

Questa incapacità - come abbiamo detto - può acquisirsi secondariamente alla nascita per via di alterazioni o infiammazioni del tratto intestinale oppure comunemente per via della riduzione dell’introduzione di latte e derivati nella dieta, comportando una perdita di efficienza nella produzione fisiologica dell’enzima necessario alla digestione, ovvero la LATTASI (una beta galattosidasi).

Come riconoscerla: i stintomi

Molto spesso, i sintomi dell’intolleranza al lattosio, vengono confusi o addirittura amplificati, da una carenza molto comune e fisiologica delle ALFA GALATTOSIDASI che sono coinvolte ad esempio nella digestione di alcuni elementi presenti nei carboidrati complessi come legumi, frutta e verdura.

La cattiva digestione di lattosio e carboidrati complessi, sono classificate tra le intolleranze alimentari comuni dovute al basso contenuto fisiologico a livello intestinale di α e β-galattosidasi, che comunemente portano a sintomatologie addominali tra cui dolori, diarrea, gonfiori, flatulenza e crampi.

Dieta: quali alimenti NON mangiare

Intolleranza al lattosio: gli alimenti da non mangiare

Solitamente, i suggerimenti medici suggeriscono di evitare i cibi compromettenti come:

  • Latticini
  • Alcuni tipi di Frutta
  • Alcuni tipi di Verdura
  • Legumi

Questa opzione di limitazione alimentare, tuttavia, ha possibili rischi di incombere a carenze nutrizionali oltre che molto spesso non riesce ad essere mantenuta facilmente nel tempo dalle persone, soprattutto quando si tratta di fare pasti consumati fuori casa, sgarri particolarmente desiderati e in eventi speciali come feste e compleanni .

Non è un caso che alcuni soggetti lamentano lievissimi problemi di intolleranza al lattosio solitamente se assunto in piccole quantità e da solo attraverso uno yogurt o una porzione di formaggio ad esempio, ma molto spesso quando si trovano a consumare pasti elaborati a livello nutrizionale come prodotti da forno, pizza, gelato, torte accusano i sintomi dell’intolleranza al lattosio in maniera acuta ed enfatizzata.

Questo solitamente dipende appunto non tanto per la presenza di lattosio, che comunque crea lo starter del problema, ma anche per la presenza di RAFFINOSIO-STACHIOSIO e VERBASCOSIO che si accumulano in prodotti mal digeriti a livello intestinale creando i fenomeni di disturbo sopracitati

  • Il Verbascosio maggiormente presente nei legumi come ad esempio anche nella soia e nelle arachidi
  • Il Raffinosio maggiormente presente nei legumi e nelle brassicacee come il cavolo,rapa,ravanello,cavolfiore,rucola
  • I fruttani maggiormente presenti nella frutta, cereali e legumi.

Cibi ad alto contenuto di fruttani

  • Frutta: pesche, cachi, cocomero.
  • Verdure: carciofi, aglio, cipolla, porro, scalogno.
  • Cereali: pane, pasta e derivati del frumento, specie se consumati in grandi quantità. Orzo e derivati, segale e derivati.
  • Legumi: lenticchie, ceci, fagioli.
  • Frutta secca oleosa: pistacchi, anacardi.
  • Bevande: caffè di cicoria.
  • Fibre e supplementi: inulina, FOS (fruttoligosaccaridi) utilizzati in molti cibi commercializzati come prebiotici.

Non a caso questi fanno parte dei famosi FOODMAP, ovvero alcuni tra le categorie di alimenti che solitamente vengono suggeriti di ridurre nei protocolli di riequilibrio intestinale e per ripristinare l’omeostasi della flora batterica.

Il termine FODMAP raccoglie oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili. Si tratta di carboidrati presenti in una grande quantità di alimenti diversi che, quando consumati in quantità rilevanti e con assiduità da soggetti sensibili, possono causare spiacevoli disturbi intestinali.

I prodotti che possono aiutare: il nuovo Lattamix VitaminCompany

A livello medico, l’abbinamento di alfa e beta galattosidasi può essere una combo efficacemente utilizzata per contrastare non solo i problemi legati al lattosio, ma anche alla incompleta digestione di derivati da frutta, verdura e legumi, che spesso almeno uno di questi ultimi se viene consumato insieme ad altri contenenti lattosio, amplifica abbondantemente le sintomatologie di disturbi intestinali.

È possibile visionare lo studio completo qui.

L'alfa-galattosidasi è un enzima assente nell'uomo, indispensabile per la digestione di alcuni carboidrati (verbascosio, raffinosio e stachiosio). Questi oligosaccaridi contenuti nei legumi, frutta,verdura e cereali causano flatulenza, perché indigeribili ed inassorbibili, ma fermentabili dalla flora microbica residente nel crasso.

Come funziona Lattamix

Intolleranza Lattosio - Lattamix - VitaminCompany

Un adeguato apporto esogeno di alfa-galattosidasi (tramite farmaci o integratori) permette di scomporre il raffinosio, lo stachiosio ed il verbascosio, in fruttosio, glucosio e galattosio, prima che raggiungano il colon. Pertanto, l'α-galattosidasi evita che questi carboidrati divengano un substrato di fermentazione anaerobica, prevenendo la formazione di gas (come anidride carbonica, idrogeno e metano).

Solitamente per gli intolleranti al lattosio e a chi accusa problematiche intestinali a seguito dell’assunzione di alcuni tipi di frutta, verdura e cereali assumere un integratore di  lattasi e alfagalattosidasi come ad esempio lattamix può limitare e risolvere i problemi.

Si consiglia l’assunzione prima di un pasto contenente lattosio e altri prodotti raffinati ed elaborati, per assicurare che il principio attivo raggiunga l’intestino prima che inizi il consumo del pasto contenente lattosio.

Indicato particolarmente  anche per chi, anche se non intollerante in maniera evidente al lattosio, riscontra problematiche intestinali dopo una cena o pasto abbondante che ecceda nel contenuto di lattosio e galattani rispetto alle normali abitudini quotidiane.

Titolazione e sviluppo

In lattamix in particolare è stato usato un dosaggio di lattasi per ottenere 15000 FCC ovvero uno standard di concentrazione ideale suggerito dalla letteratura scientifica: 1° FCC - Food Chemical Codex.

Questa è la dicitura più usata e identifica, secondo uno standard internazionale, l’attività enzimatica, ovvero la capacità dell’enzima di svolgere il suo compito di scissione del lattosio in glucosio e galattosio.

Nello specifico tecnico, viene misurata la quantità di enzima che riesce a liberare di 1 micromol di 1 substrato (o-nitrofenolo) per minuto, alla temperatura T=37°, e alla condizione di acidità pH= 4.5.

Oltre a FCC dobbiamo sapere che esiste la dicitura ALU/g (acid lactase unit x g) , che esprime la concentrazione ovvero la quantità di enzima su grammo di principio attivo.

Specifiche tecniche

Per ottenere in una singola dose il valore di 15000 FCC che esprime lo standard ideale consigliato a livello farmaceutico, abbiamo utilizzato la lattasi derivata da ASPERGILLUS da 100 000 U/ G, ovvero 100 u /mg che  dividendoli per 15000 FCC fanno esattamente 150 mg di principio attivo per singola compressa, dosaggi tra i più alti presenti in commercio per singola dose negli integratori alimentari.

Tra la lista degli eccipienti sono stati esclusi tutti quelli che come ad esempio il lattosio, potessero in qualche modo ostacolare la biodisponibilità della lattasi e l’efficienza dei principi attivi.

Le proprietà benefiche del Carvi

Il Carvi (Carum Carvi) viene impropriamente ma frequentemente chiamato anche Cumino che invece è il nome comune del Cuminum cyminum, che è una pianta della stessa famiglia (Umbelliferae), ma con caratteristiche diverse

Nel medioevo il Carvi era ben conosciuto e comunemente usato come spezia e come rimedio medicamentoso (carminativo e digestivo) Il Carvi, (o Cumino dei prati), è un frutto tradizionalmente impiegato per scopi culinari e come aromatizzante soprattutto in Germania, dove conosciuto anche come “anice del Vosgi”, veniva e viene largamene impiegato per aromatizzare diversi alimenti (pane, dolci, formaggi) per migliorarne la digeribilità ed evitarne i problemi di flatulenza soprattutto da cavolo o verza.

CURIOSITA' 

 Il Carvi è uno degli ingredienti principali del famoso liquore tedesco Kummel che viene assunto, secondo l’uso popolare, per facilitare la digeribilità dei cibi grassi.

L’aggiunta di questo elemento in lattamix è motivata dal fatto che  vengono prevalentemente sfruttate le capacità antifermentative di contrasto alla formazione dell’eccesso di bio gas intestinali e per favorirne l’eliminazione ed, in generale, antispasmodiche. Le linee guida ministeriali internazionali ed anche in Italia, sono concordi nel riconoscere queste generali proprietà medicinali dell’officinale coerentemente con quanto indicato sin dalle origini della moderna farmacognosia.

I frutti del Carvi sono conosciuti da sempre come ottimi carminativi ed esercitano una significativa azione stomachica per la presenza dell’olio essenziale che sostiene la generale attività dello stomaco facilitando anche il transito gastro intestinale; i prevalenti effetti anti meteorici del Carvi (spasmi, flatulenza, gonfiore, coliche gassose nei bambini, Sindrome dell’Intestino Irritabile) derivano dal fatto che esso è in grado di inibire i processi di fermentazione intestinale

Dott. Marco Guercioni

Marco Guercioni è Dottore Specializzato in Biologia e Nutrizione, con una lunga esperienza nel campo della nutrizione sportiva, del dimagrimento e della ricomposizione corporea. Fa parte del Team “Ricerca, Sviluppo e Divulgazione scientifica” di VitaminCompany e contribuisce allo studio di nuove formulazioni, alla creazione di articoli scientifici e alla consulenza professionale.

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