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La vitamina D è utile contro il coronavirus?

Vitamina D e sistema immunitario (ai tempi del coronavirus)

In queste settimane si discute molto del rapporto che c’è fra carenza di vitamina D e il virus covid 19. La Dr.ssa Laura Pistolesi – biologa nutrizionista – fa il punto della situazione, analizzando gli studi più recenti e spiegandoci con la consueta chiarezza come la Vitamina D sia fondamentale per supportare il nostro sistema immunitario, sebbene non ci siano ancora evidenze scientifiche che incontrovertibili che essa possa anche proteggerci dal covid.

Può la vitamina D proteggerci dai Virus?

La vitamina D è una vitamina liposolubile che svolge una serie di ruoli critici nel nostro corpo.

Essendo questo micronutriente particolarmente importante per la salute del sistema immunitario, ultimamente sono molti a chiedersi se l'integrazione con vitamina D possa aiutare a ridurre il rischio di contrarre il nuovo coronavirus che causa il COVID-19.

È importante notare che al momento non esiste una cura ufficiale e certa per il COVID-19 e nessuna misura preventiva tranne il distanziamento fisico, l’osservanza di pratiche igieniche adeguate e un’alimentazione equilibrata come parte di uno stile di vita sano per prevenire eventuali carenze che possono esporci maggiormente allo sviluppo di questa malattia.

Detto questo, alcune ricerche mostrano che avere livelli sufficientemente adeguati di vitamina D nel sangue, può aiutare a mantenere il sistema immunitario sano e può proteggere dalle malattie respiratorie in generale.

Carenza di vitamina D 

La VIT D stimola le defensine e catelicine, peptidi prodotti dalle cellule immunitarie come anche dall’intestino, contribuendo alla stabilità di una delle più importanti barriere verso gli agenti esterni estranei come virus e batteri.

La carenza di vitamina D è una delle più comuni carenze vitaminiche riscontrate negli adulti. Infatti, uno studio della Mayo Clinic ha rilevato che ben il 57% degli adulti è carente di questo nutriente "solare". E la ricerca ha dimostrato che una carenza di vitamina D3 è specificatamente associata a una maggiore rischio di sviluppo di malattie autoimmune e ad una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Non a caso infatti la vitamina D riduce le infiammazioni causate dai virus influenzali e incrementa le proteine antimicrobiche che svolgono importanti ruoli nella difesa contro i patogeni. Statisticamente nel periodo invernale, dove si registrano i livelli più bassi di vitamina D, si riscontrano anche i più alti tassi di infezioni virali.

Alimenti che contengono Vitamina D

Benefici e funzioni

  • La vitamina D è necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario, che è la prima linea di difesa del corpo contro le infezioni e le malattie.
  • Questa vitamina svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la risposta immunitaria. Ha proprietà antinfiammatorie e immunoregolatorie ed è cruciale per l'attivazione delle difese del sistema immunitario;
  • La vitamina D è nota per migliorare le funzioni immunitarie, regolando le cellule T e i macrofagi, che proteggono il nostro corpo dai patogeni;

In effetti, come accennato sopra questa vitamina è così importante per la funzione immunitaria che bassi livelli di vitamina D sono stati associati ad una maggiore suscettibilità alle infezioni, alle malattie e ai disturbi immunitari.

Vitamina D e coronavirus: quanto ne sappiamo?

Ultimamente è stato presupposto un suo ruolo preventivo nei confronti del COVID-19 per via di alcuni riscontri presenti in letteratura che riguardano il tratto respiratorio, che è risultato essere il principale target di questa epidemia del 2020.

Purtroppo, come accennato, non possediamo al giorno d’oggi dati scientifici che possano per ora darci informazioni nel dettaglio o comunque incontrovertibili. Di certo, affidandoci a pratiche di prevenzione non aumentano il rischio di star male.

Si evince come, bassi livelli di vitamina D sono associati ad un aumentato rischio di malattie respiratorie, tra cui la tubercolosi, l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), nonché le infezioni respiratorie virali e batteriche. La carenza di vitamina D è stata collegata a una ridotta funzionalità polmonare, che può influire sulla capacità del corpo di combattere le infezioni respiratorie, ed ecco perché si consiglia una sua integrazione allo scopo di migliorare e mantenere le difese immunitarie, soprattutto in determinati periodi dell’anno quando la popolazione media sembra essere più suscettibile alle infezioni.

Curiosità

Il Recettore della vitamina D (VDR) si trova anche nelle cellule immunitarie (linfociti B e T e Macrofagi) e loro stesse sono in grado di trasformare la VIT D nella sua forma attiva 1,25OH 2D3 (si legge “1-25 diidrossi-vitaminaD). Diversi studi confermano come l’esposizione ai raggi solari nelle ore più calde del giorno diminuiscano il rischio di sviluppare infezioni alle vie respiratorie e sintomatologie classiche da raffreddamento, soprattutto nelle persone che non avevano un assunzione adeguata di vit D con la dieta.

Integratori Vitamina D: sono utili?

Numerosi studi hanno dimostrato che la carenza di vitamina D può danneggiare la funzione immunitaria e aumentare il rischio di sviluppare malattie respiratorie.
Inoltre, alcuni studi hanno indicato che gli integratori di vitamina D possono migliorare la risposta immunitaria e proteggere dalle infezioni respiratorie in generale.

  • Una metanalisi di 25 studi (Chang & Lee) mostra un’incidenza di infezioni respiratorie molto più bassa per chi assumeva vit d
  • Una recente review che ha coinvolto 11.321 persone provenienti da 14 paesi ha dimostrato che l'integrazione con vitamina D ha ridotto il rischio di infezioni respiratorie acute (ARI) sia in coloro che erano carenti di vitamina D sia in quelli con livelli adeguati.

Nel complesso, gli studi hanno dimostrato che gli integratori di vitamina D hanno ridotto il rischio di sviluppare infezioni respiratorie acute almeno del 12%. L'effetto protettivo ovviamente è stato più forte nei soggetti con bassi livelli di vitamina D, per questo motivo, soprattutto nei periodi invernali, ma anche per gli anziani e i soggetti che non assumono regolarmente alimenti di origine animale di cui ne sono ricchi, si suggerisce una sua integrazione di minimo 2000 U.I. (si legge “unità internazionali” ed è l’unità di misura) giornaliere per prevenire le problematiche associate ad una sua carenza, soprattutto in un periodo di suscettibilità come questo. Si consiglia comunque sempre prima valutare il proprio livello di vitamina D attraverso le analisi del sangue prescritte dal medico.

l'80% della vitamina D si ottiene attraverso l'esposizione solare

Quanta assumerne?

A seconda dei livelli ematici, l'integrazione con 1.000–4.000 UI di vitamina D al giorno è in genere sufficiente per la maggior parte delle persone. Tuttavia, chi ha livelli ematici piuttosto bassi possono aver bisogno di dosi molto più elevate per normalizzare la situazione e riportare la vitamina D ematica a un intervallo ottimale.

2000 U.I. corrisponde alla dose minima ministeriale ed è meglio se assunta giornalmente nei pasti principali (possibilmente contenenti anche grassi perché essendo liposolubile viene veicolata meglio dai lipidi presenti nel pasto) anziché in un'unica somministrazione settimanale / mensile.

Esempio: meglio 2000 unità (1 cpr ad esempio D Gold) al giorno, anziché 14000 unità 1 volta a settimana o anziché 60000 unità 1 volta al mese.

Sebbene il livello ottimale di vitamina D nel sangue possa variare anche tra un laboratorio e l’altro, la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che i livelli ottimali di vitamina D si situano tra 30–60 ng / mL (75–150 nmol / L).

Alimenti ricchi ed esposizione solare

Dagli alimenti siamo generalmente in grado di ricavare solo il 20% del fabbisogno giornaliero di vitamina D, ma questo è comunque solo possibile assumendo determinati alimenti di origine animale come carne e pesce grassi quali:

  • Salmone
  • Sgombro
  • Aringa
  • Tuorlo d’uovo
  • Fegato
  • Carne rossa

Il restante 80% di vitamina D di cui abbiamo bisogno è prodotto grazie all’esposizione solare se avviene nelle ore più calde della giornata, grazie ai raggi solari UVB, utili a stimolare proprio la sintesi della vitamina nella pelle. Infatti nella cute è contenuta una provitamina chiamata DEIDROCOLESTEROLO che è il precursore della VIT D(COLECALCIFEROLO). Questa provitamina cutanea, viene attivata dai raggi UV del sole che la trasformano in un intermedio chiamato PREVITAMINA D3, il quale dopo 24-48 si trasforma nella forma matura COLECALCIFEROLO o VIT D3. Questa successivamente, così come quella derivata dal cibo, dovrà essere attivata, passando attraverso il fegato prima e attraverso i reni poi, dove verrà convertita nella forma attiva: 1,25-oh2-colecalciferolo.

Di quanto sole abbiamo bisogno?

Nella seguente tabella, vediamo in maniera riassunta come nelle ore centrali c’è una maggior capacità di attivare la provitamina D cutanea, ma per via dei probabili effetti collaterali indotti dai raggi UV si consiglia di porre attenzione in determinati orari, per limitare i rischi di scottature e infiammazioni cutanee.

Tempi di esposizione consigliati per la salute delle ossa
Estate Inverno
Pelle moderatamente chiara
Quanto? 5-10 minuti, quasi ogni giorno 7-30 min (secondo la latitudine) quasi ogni giorno
Parti esposte? Braccia esposte (o equivalente) Braccia esposte (o equivalente)
Quando?

Metà mattina o metà pomerigio (dalle 10-14/11-15 ora legale)

evitando però le ore di picco massimo dei raggi UV

Mezzogiorno
Pelle più scura
Quanto? 15-60 minuti, quasi ogni giorno Da 20 min e fino a 3 ore per pelli progressivamente più scure 
Parti esposte? Braccia esposte (o equivalente) Braccia esposte (o equivalente)
Quando?

Metà mattina o metà pomerigio (dalle 10-14/11-15 ora legale) 

evitando però le ore di picco massimo dei raggi UV

Mezzogiorno

Conclusioni

Teniamo presente che non ci sono prove scientifiche che l'assunzione di vitamina D supplementare possa proteggerti dallo sviluppo di COVID-19. Tuttavia, essere carenti di vitamina D può aumentare la suscettibilità alle infezioni e alle malattie infiammatorie danneggiando la funzione immunitaria. Ciò è particolarmente preoccupante dato che molte persone sono carenti di vitamina D, in particolare le persone anziane che sono maggiormente a rischio di sviluppare complicanze più gravi correlate al COVID-19.

Dr.ssa Laura Pistolesi   

Laura Pistolesi - Biologa Nutrizionista è specializzata in Nutrizione e Integrazione nello sport ed esperta in fitoterapia e biofarmaceutica applicata allo sport e in medicina antiaging e nutrigenomica.

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