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Le potenzialità dell'acido lipoico

Acido Lipoico: potenzialità applicative di una molecola dalle mille risorse

Acido Lipoico: potenzialità applicative di una molecola dalle mille risorse

La molecola in questione è generalmente conosciuta con tanti nomi: acido α lipoico, acido lipoico, acido tiottico, Vitamina N o ALA. Tante denominazioni che identificano sola molecola di piccole dimensioni presente in natura in forme facilmente interconvertibili tra loro (forma ossidata e forma ridotta).

L' acido lipoico, oltre ad essere l’antiossidante ideale, è un potentissimo agente di regolazione di depositi del glucosio (effetto insulino-mimetico) e questo comporta parecchi risvolti. Noi siamo soliti ragionare in termini di anabolismo e catabolismo e quando pensiamo al catabolismo, pensiamo al cortisolo come maggior responsabile e quindi i nostri sforzi anche con l’utilizzo degli integratori sono rivolti ad abbassare il cortisolo o a riparare i microtraumi indotti dall'allenamento.

Qual'è il ruolo di questa sostanza naturalmente presente nell’organismo umano?

L’acido lipoico interviene in una serie di processi correlati alla funzione di bilancio dello stress ossidativo  tra cui principalmente:

  • Ripristino del glutatione in forma ridotta (GSH)
  • Ripristino della vitamina C (acido ascorbico) in forma ridotta (evento cruciale nel ripristino della vitamina E dalla forma ossidata a quella ridotta e attiva)
  • Co-fattore in reazioni di ossido riduzione (es: reazioni di decarbossilazione)
  • Trasporto di elettroni
  • Trasporto di gruppi acetile
  • Cofattore enzimatico

In pratica cosa comportano questi effetti?

La somma di questi effetti dal punto di vista fisiologico si traduce in notevoli potenzialità, sia in ambito nutraceutico che in ambito medico, per esempio l’integrazione con acido lipoico è stata correlata a miglioramenti nella sensibilità all’attività insulinica.

Questo si è verificato sia stimolando l’attività del recettore dell’insulina che migliorando le dinamiche relative alle proteine di signaling correlate alla sua attività.  La somma di questi effetti si rivela molto interessante sia per soggetti con alterata tolleranza al glucosio che per soggetti diabetici. Ma non è finita in quanto gli effetti positivi sul metabolismo del glucosio si manifestano anche nella prevenzioni del danno oculare e renale correlati ai dismetabolismi glucidici alterata tolleranza al glucosio, diabete ecc in quanto in grado di ridurre l’attività dell’enzima aldoso reduttasi riducendo la sovra produzione di sorbitolo correlata all’iperglicemia (prevenendo l’insorgenza di cataratta) e prevenendo il danno micro vascolare, grazie all’abbinamento degli effetti antiossidanti con quelli insulino-sensibilizzanti.

In virtù della somma di questi effetti diversi autori ritengono che gli effetti esercitati sulla resistenza insulinica possano comportare anche miglioramenti dal punto di vista della composizione corporea, molto probabilmente grazie all’incrementato consumo di glucosio da parte dei tessuti insulino sensibili.

Altri dati presenti in letteratura sembrano confermare notevoli potenzialità dal punto di vista della composizione corporea, infatti sono riportati dati relativi a modelli in vitro di tessuto adiposo dove la somministrazione di ALA sembra rallentare la differenziazione di pre-adipociti in adipociti maturi, riducendo l’evoluzione di cellule dalle maggiori possibilità di accumulo. In relazione a queste applicazioni molto interessante è anche lo studio eseguito su un campione di soggetti obesi che hanno assunto per 140 giorni 1800 mg al giorno di acido lipoico riportando effetti positivi sulla riduzione del peso corporeo.

Acido Lipoico e Glicazione

Una forma di catabolismo particolarmente insidiosa, perché  causata dal carburante che permette al nostro organismo di funzionare (il glucosio), è la Glicazione.

La Glicazione avviene quando parti di molecole del glucosio reagiscono con le proteine tissutali danneggiandole. Queste reazioni, proporzionali alla glicemia, tra zucchero e proteine tissutali, quali collagene e mielina, sono responsabili del precoce invecchiamento dei tessuti nei diabetici, i quali hanno appunto una costante situazione di iperglicemia, e si ritiene siamo coinvolte nei processi di aterosclerosi e danni renali, che sono tra l’altro normali complicazioni del diabete. In effetti i danni ossidativi da radicali liberi e quelli da glicazione appaiono i maggiori responsabili degli effetti dell’invecchiamento, ed alti livelli di glicemia abbinati ad ampie fluttuazioni della stessa, aumentano la denaturazione delle proteine del collagene e di altre proteine tissutali. Viceversa, mantenere una costante glicemia, cioè rimanere nella cosiddetta “calma insulinemica” sarebbe la chiave per essere “giovane per quell’età”. Questo fatto potrebbe essere la chiave di interpretazione del celebre detto, già dimostrato sperimentalmente, che una elevata longevità si raggiunge con una “sottonutrizione senza malnutrizione”. L’acido lipoico è in grado di prevenire la glicazione e può persino prevenire o ritardare lo sviluppo di tutte quelle devastanti complicazioni del diabete. In effetti l’acido lipoico è un potente risparmiatore di proteine, contrasta la glicazione e ha funzione ipoglicemica e antiossidante.

Che dire dell’applicazione di acido lipoico come antiossidante?

Valutando questa applicazione, soprattutto se contestuale all’attività fisica, diversi autori riportano come un dosaggio compreso tra 600 e 1000 mg quello che sembra dare vantaggi, mentre per dosaggi superiori alcuni autori riportano un incremento delle possibilità di danno ossidativo, molto probabilmente a cagione delle sue grandi potenzialità antiossidanti: non avendo sufficienti substrati con cui reagire si comporta come molecola pro-ossidante.

Dato che l’organismo umano è in grado di sintetizzare l’acido lipoico non è possibile considerarla una sostanza essenziale ne tantomeno stabilirne il fabbisogno giornaliero, come è stato in precedenza illustrato il dosaggio ritenuto avere il migliore rapporto rischio/beneficio a seconda delle applicazioni è compreso tra 300 e 600 mg/die. Considerando le fonti alimentari è possibile rinvenire l’acido lipoico in numerose fonti, sia appartenenti al regno animale che a quello vegetale, con dinamiche direttamente correlate alla presenza di alcuni organelli cellulare, come ad esempio i mitocondri.


Che dire della sicurezza di utilizzo?

Generalmente viene ritenuta una molecola piuttosto sicura in quanto la DL50 è fissata nel modello animale a 300-400 mg/kg di peso corporeo, dosi assolutamente lontane da quelle generalmente utilizzate in integrazione alimentare. Come per una grande gamma di sostanze è consigliabile a scopo precauzionale prudenza nell’utilizzo da parte di gestanti, nutrici e soggetti pediatrici in quanto non sono a oggi disponibili sufficienti dati relativi a dosaggi e sicurezza su grandi campioni di popolazione.


Dottor Alexander Bertuccioli
Biologo nutrizionista

Riproduzione vietata

 

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