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Dalla dieta all’alimentazione intuitiva: come sono tornata in forma dopo la gravidanza

Dalla dieta all’alimentazione intuitiva: come sono tornata in forma dopo la gravidanza| Irene Paolicchi VitaminCenter

ALIMENTAZIONE INTUITIVA POST PARTO

Per anni, prima della mia gravidanza iniziata a dicembre 2020, ho seguito la dieta scritta e stilata da una biologa nutrizionista; nonostante i miei studi da autodidatta sulla nutrizione umana, specie sportiva e legata alla ricomposizione corporea, non avevo il tempo e la pazienza per autogestirmi.

Ero talmente concentrata sul mio obiettivo estetico che avevo paura di fare dei “passi falsi” e pertanto preferivo dare questa responsabilità ad una terza persona.

La gravidanza mi ha estremamente cambiata: è cambiata la mia resilienza, la mia sicurezza in me; è cambiato il rapporto con il mio corpo; è cambiata la mia routine giornaliera; sono cambiati i miei orari e la mia organizzazione; sono cambiate le richieste del mio corpo ritrovandomi ad allattare per tanto tempo e così l’alimentazione ha seguito il flusso di questa evoluzione generale.

Oggi mi tolgo la veste di coach e voglio parlare da mamma a mamma, raccontando la mia esperienza e condividendo delle riflessioni che mi stanno accompagnando in questo percorso di ricomposizione corporea post parto in cui sto seguendo per lo più un’alimentazione intuitiva, basandomi su ciò che il mio corpo richiede giorno per giorno.

DA DIETA BRO AD ALIMENTAZIONE INTUITIVA

Seguire per anni un piano ben stilato da una professionista mi ha fatta crescere come persona: mi ha aiutata a raggiungere i primi cambiamenti fisici e mi ha fatto conoscere nuovi alimenti e con loro la risposta del mio organismo. Ma se da una parte seguire una dieta dettagliata mi aiutava, dall’altra mi faceva anche sentire in gabbia.

Avevo tutto il piano alimentare stabilito, sicuramente con dei piatti alternativi, ma sempre scritti e con il peso indicato al grammo.

Io volevo comportarmi da atleta professionista, seguendo tutto, ma la verità è che non lo ero e tutta quella disciplina mi portava a non godermi il percorso, né tantomeno la quotidianità come avrei voluto.

Se, ad esempio, per alcune settimane non riuscivo a seguire il piano alla lettera e al momento del check mensile non vedevo il risultato sperato mi tormentavo: “È colpa tua!”- mi dicevo - “non hai seguito per bene il piano e si vede” e così entravo in un loop di sensi di colpa e malumore il quale mi accompagnava per giorni.

La gravidanza è arrivata a stravolgermi!
Quel piccolo fagiolino che cresceva giorno dopo giorno dentro di me stabiliva con una precisione estrema cosa potevo, ma soprattutto cosa non potevo più assolutamente mangiare.
Per tanto tempo ho provato a ragionare in termini di fabbisogno giornaliero di macros, ho provato a seguire il piano alimentare. Nulla. Lui aveva selezionato una rosa di alimenti precisi e guai a cambiarla. (Ringrazio gli Amino Essential 120 cpr perchè non c’era verso di ingerire un bel po’ di fonti proteiche).

Così ho passato la gravidanza a nutrirmi per lo più di cose che riuscivo a mangiare, aiutandomi con l’integrazione, fino al momento del parto.

Poche settimane post parto infatti ho riprovato a seguire il piano alimentare scritto.
Ne sentivo il bisogno. Dopo anni con delle linee guida da seguire il più alla lettera possibile, ritrovarmi 9 mesi a mangiare per lo più melone e wasa al sesamo non è stato semplicissimo; sentivo proprio la necessità di ristabilire una routine alimentare che avevo perso, ma dopo tutti quegli anni affidata a terzi, non mi sentivo in grado di farlo da sola.

Ed è qui che è iniziato realmente il mio percorso di consapevolezza.

Ricevuto il piano, ero entusiasta.
Era come se lentamente stessi ristabilendo la mia routine che tanto mi era mancata: alimentazione, allenamento, repeat!

Il fatto era che assieme a queste due cose coesistevano: poche ore di sonno, cambi di pannolino, allattamento ad alta richiesta… probabilmente saprai di cosa sto parlando e di come ti stravolgono.

Non riuscivo a stare dentro al piano alimentare: a volte il momento degli spuntini combaciava con quelli del pisolino, a volte pranzavo al volo in piedi, spesso a colazione avrei mangiato il doppio delle grammature scritte dopo una notte intera ad allattare.

Il mio corpo voleva altro.
E io ho deciso che forse la cosa migliore era ascoltarlo ed assecondarlo.

ALIMENTAZIONE INTUITIVA E BODY RECOMPOSITION

Ma cosa è questa “Intuitive Eating (Alimentazione Intuitiva)”?

È un modo di alimentarsi senza seguire diete scritte, senza inserire gli alimenti ingeriti in app conta calorie; è un modo di nutrirsi ascoltando se stessi e di rieducarsi a riconoscere il nostro senso di fame e sazietà.
È un modo per riscoprire il piacere del cibo e la gioia nel nutrirsi.

È un modo per scardinare la “diet culture”, per riappropriarci del nostro corpo e viverlo con maggiore gentilezza, consapevolezza e spensieratezza.

Con l’intuitive eating non esistono cibi buoni o cibi cattivi, ci sei tu e ciò di cui in quel momento hai bisogno, abbattendo quel circolo vizioso di sensi di colpa dopo aver mangiato una fetta di torta, o vivendo pensando a quell’unico pasto in cui potrai concedertela.

È un modo per tornare a godersi anche lo sport e l’attività fisica, in quanto questi non saranno più visti come la punizione allo sgarro di troppo, ma un momento ludico in cui testiamo noi stesse, le nostre capacità e abilità e cerchiamo di volta in volta di superare i nostri limiti. Divertendoci!

So che descritta in questo modo ti sembra facile. Magari sei lì che pensi “ok, è tutto molto bello, ma nella pratica come faccio?”

Tranquilla, ti capisco.

Ed infatti anche parlarne associandola ad un percorso di ricomposizione corporea non è semplice: si tratta infatti di unire delle leggi alle quali ognuno di noi risponde e a dei segnali a cui non siamo più abituati a riconoscere.

Posso condividerti quello che ho applicato io su di me in questi 12 mesi post parto tenendoli un po’ come capisaldi del percorso.

TENERE UNA BUONA QUOTA PROTEICA GIORNALIERA: questa è stata la regola fissa che mi sono data, anche perché seguo un’alimentazione vegan. Non ho conteggiato con un’applicazione, ma ho inserito alimenti proteici in ogni pasto giornaliero. Quando valuto di aver assunto una quota medio bassa, integro con aminoacidi essenziali o con proteine in polvere vegane. Per il resto dei macronutrienti vado a sensazione: ci sono giorni in cui mi sento scarica, o vedo i muscoli vuoti e allora alzo la quota glucidica mangiando più carboidrati o al contrario giorni in cui mi sento più gonfia, acquosa e allora li riduco, riducendo un po’ anche le fibre.

CONOSCERE QUELLO CHE SI MANGIA: non in termini di alimenti buoni o alimenti cattivi, ma capire la composizione degli alimenti per trarne il maggior beneficio fisico, come anche emotivo nella giornata e in allenamento. Se ad esempio devo affrontare un allenamento con carichi massimali, che richiede più energia e lucidità mentale, alzo la quota di carboidrati nel pasto pre workout.

MUOVERSI E ALLENARSI CON INTENSITA’: sono cresciuta in questo mondo del body building con la regola dell’80-20 dove per raggiungere una buona composizione corporea si deve dare il focus per l’80% all’alimentazione e per il 20% all’allenamento. Questa regoletta non mi vede affatto d’accordo. Non voglio dare delle percentuali, ma posso dire con estrema sicurezza che l’allenamento e come quest’ultimo viene fatto, fanno realmente la differenza sulla composizione corporea. Concentrati sulla tecnica di allenamento, sull’imparare il gesto, testati uscendo dalla tua zona di comfort, alza quei carichi. Sfidati, fallisci, ritenta e superati. Non importa se riuscirai a farlo due volte a settimana o cinque, ma parti e dai il tuo massimo.
Come puoi vedere sono pochi punti perché poi il focus maggiore lo dedico all’ascoltarmi ed al vivere la quotidianità con la maggiore serenità possibile.

Quello che ho capito nel mio percorso post parto è che la nostra vita viene completamente stravolta: incastrare tutto diventa più complesso e si accumulano stress che prima non avevamo.

Per me avere un ulteriore stress dato dalla gestione forzata dell’alimentazione era troppo, tanto che non mi godevo nemmeno il tempo di qualità con mio figlio.
Ho fatto inversione di rotta concentrandomi su quelle cose che mi fanno stare bene, nelle quali riesco ad esprimermi al meglio, quelle che mi fanno godere il tempo con la famiglia, gli amici, con me stessa!

Perché affrontare un percorso con uno stato emotivo positivo fa realmente la differenza anche poi in termini di resa estetica.

Coach Irene Paolicchi 

 

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